Questo post è dedicato ad un annuncio. Era un po’ che lo volevo dire, ma ho aspettato che fosse ufficiale, che fosse vero, che fosse tutto sistemato, che c’è sempre un momento giusto per ogni cosa. Ma il momento è giunto e ora lo posso dire: ho firmato un contratto da ricercatore, il mio primo contratto post dottorato (si dice post doc)!
Si tratta di un nuovo progetto di ricerca che mi appassiona moltissimo: studierò il funzionamento di quella parte del cervello responsabile delle decisioni umane e in particolare di come queste siano influenzate dal contesto sociale. Il progetto si posiziona in un terreno di studi a cavallo tra psicologia, neuroscienze ed economia che va sotto il nome di Neuroeconomics. Capire le basi sociali, neurali e computazionali delle scelte che le persone compiono ogni giorno, dall’acquisto di una merendina alla scelta di dove andare a vivere, è molto importante per dare fondamenta più solide alla teoria economica. Ma di questo parlerò più diffusamente nei prossimi mesi.
Lo farò, e questa è l’altra parte dell’annuncio, all’Università di Glasgow, bellissima e austera, in un laboratorio pieno di persone fantastiche, in una città orgogliosa e verde, che ha dato i natali a un personaggio fondamentale della storia dell’economia moderna, almeno per come tanti di noi la conoscono (si quello nella foto qui accanto, esatto). È la città più popolosa di una nazione meravigliosa, la Scozia, della quale pure, anche su questo blog, proverò a parlare.
Del resto si sa che la vita del ricercatore è un po’ da nomade, almeno in quei paesi, come quello in cui ho la fortuna di vivere, in cui la tua chance di carriera non dipende dal bigliettino staccato all’inizio della fila per invecchiare sereno e precario, sempre nello stesso posto, come nel paese che ho dovuto a malincuore lasciare. Qui non è stato semplicissimo ma almeno so che è soltanto merito mio.
Ma Londra non l’ho lasciata. Non soltanto perchè devo tornarci a terminare il progetto del PhD, ma perchè là rimangono un progetto politico a cui tengo, un cuore e una capanna, per i quali mi toccherà continuare a bazzicare in città. E a raccontarla, che il mio ultimo anno a Londra è il primo capitolo di un romanzo postmoderno!
Per oggi è tutto ma da domani avanti tutta!